Genova

Quanto immaginasti la scorsa notte
io ora lo sostengo senza vergogna:
le persone che mi hanno toccato
lasceranno in me una traccia dolente.

O Genova, a te porgo il mio addio,
mi stringo a ciò che è già ricordo
nella precoce nostalgia posso leggere
il principio di un ultimo allontanamento.

Se rappresenti decine di persone,
tuttavia non vi appartieni;
se i tuoi vicoli son molti, una donna è sufficiente.
A lei sola tu devi essere fedele.

Ella è un amore presuntuoso.
Per il suo risveglio era la tua aurora;
per il suo sonno erano i tramonti;
per la sua voce era il silenzio notturno.

E se le luci dell’imbrunire tingevano i palazzi
nel suo sorriso trovavano più sicuro appiglio.
Se guardavo le tue vie, io passeggiavo nel suo regno.
Se ti nominavo era il suo nome che cantava.

Ed un giorno ella sboccerà davvero,
come ali di farfalla colme di colore.
Ed io che ancora d’incontrarla spero
attribuirò altri imperi a suo favore.